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Grammatica[]
Periodo ipotetico[]
Passato[]
Congiuntivo[]
- Informazioni preliminari
- Congiunzioni che richiedono obbligatoriamente il congiuntivo
- Congiunzioni che richiedono il congiuntivo
- Congiunzioni che alternano il congiuntivo e l'indicativo
- Frasi secondarie
- Frasi relative
- Frasi indipendenti
- Frasi condizionali della possibilità e dell'irrealtà
- Scegliere il tempo giusto
- Discorso indiretto
- Dipendenza da frasi impersonali
- Altre situazioni d'uso
Infinito[]
- Informazioni preliminari
- Usi particolari
- Presente
- Passato
- Proposizioni indipendenti
- Proposizioni dipendenti
- Pronomi
- Uso verbale
- Uso nominale
Participio[]
- Informazioni preliminari
- Presente
- Usi particolari del participio passato
- Participio passato nelle frasi in forma implicita
- Passato
- Pronomi
Gerundio[]
- L’infinito con valore verbale ricorre soprattutto nelle proposizioni dipendenti.
L’uso dell’infinito permette di abbreviare ed alleggerire il periodo, sostituendo frasi secondarie di tipo causale,
consecutivo, condizionale, interrogativa indiretta, temporale ecc.
- Normalmente la frase reggente e la frase secondaria hanno lo stesso soggetto:
- Maja ha deciso di prenotare subito un volo (= Maja ha deciso che lei prenotava subito un volo).
- Mi chiedo dove trovare una baby sitter (= io mi chiedo dove io possa trovare...).
- Si è ammalato per aver lavorato troppo (= lui si è ammalato perché lui ha lavorato...).
Nelle proposizioni dipendenti l’infinito può esser preceduto o no da una preposizione.
- Troviamo l’infinito senza preposizione
- Dopo verbi di percezione (vedere, guardare, osservare, sentire, ascoltare). In questo caso l’infinito <br /sostituisce una frase relativa:
- L’ho visto arrivare
- La sentirono parlare
- Dopo verbi che esprimono desiderio (preferire, desiderare, intendere), se il soggetto della reggente <br /e quello della secondaria sono uguali:
- Preferisco aspettare.
- Davvero intendi rinunciare a quel lavoro?
- Dopo i verbi modali (potere volere dovere sapere solere):
- Potremmo finire il lavoro e andarcene a casa.
- Dovevo ripetere gli ultimi temi della lezione.
- Soleva cenare sempre al ristorante sotto casa.
- Dopo le espressioni con “fare” o “lasciare”:
- Mi sono fatta costruire una scaffalatura su misura.
- Lascialo andare a scuola da solo, altrimenti non diventerà mai indipendente!
- Nelle interrogative indirette introdotte da pronomi interrogativi (chi, dove, che cosa, quando, perché...),
se il soggetto della reggente e quello della secondaria sono uguali:
- Mi sono chiesto dove parcheggiare la macchina.
- Si domandavano chi invitare.
- Dopo “essere” + aggettivo avverbio:
- È difficile sapere che succederà.
- È meglio partire verso sera.
- Dopo molti verbi impersonali:
- Bisogna telefonare a Giovanni.
- Non occorre gridare, basta chiedere.
- Mi piace giocare a tennis.
- Quando l’infinito richiede preposizione abbiamo a disposizione
- di – a – da - per – senza
Considerata l’ampiezza del tema, si consiglia di consultare un vocabolario nel caso ci siano dei dubbi
sulla preposizione da scegliere dopo un verbo o un aggettivo. Richiamiamo ad ogni modo l’attenzione sui seguenti casi:
- Dopo i verbi di movimento (andare, salire, uscire, passare...) e dopo verbi che esprimono la permanenza o
l’indecisione (restare, rimanere, indugiare, tardare...) si usa la preposizione “a”:
- Vado a comprare le sigarette.
- Passiamo da te domani a vedere le foto.'
- Resto a casa a leggere.
- Hanno indugiato molto a prendere una decisione.
- Se però si vuole sottolineare lo scopo dell’azione, con gli stessi verbi bisogna utilizzare la
preposizione “per”:
- Passiamo da te domani per vedere le foto (il nostro scopo è: vedere le foto).
- Resto a casa per mettere un po’ d’ordine (il mio scopo è: riordinare).
- La costruzione sostantivo + „da“ + infinito può esprimere un’idea di dovere (13),
un consiglio (14) o uno scopo (15):
- 13) Quest’auto è da lavare: è sporchissima!(= è un auto che si deve lavare)
- 14) È veramente un film da vedere (= è un film che si deve vedere, che è consigliabile vedere).
- 15) Ho una macchina da scrivere.
- Dopo “che cosa qualcosa niente poco molto” ci vuole la preposizione “da”:
- Che cosa c’è da mangiare?
- Hai poco da protestare: io non ho niente da rimproverarmi.